L’evoluzione della pelle
Già a partire dagli anni ’20, l’Italiana diventa leader mondiale di un nuovo tipo di lavorazione della pelle messo a punto da Salvatore Ferragamo che si serve del cuoio marino per realizzare le scarpe più famose di tutto il mondo, che sono diventate parte integrante della storia della moda internazionale. Successivamente, tra gli anni ‘40 e ’50, dopo gli anni bui delle guerre mondiali, le donne di tutto il mondo sono alla ricerca di accessori preziosi e ricercati, come le borse di coccodrillo che diventano uno status symbol di benessere. Gli anni ’60 sono un periodo di rinascita e di sperimentazione. Vengono realizzati abiti al ginocchio in metallo, plastica, pelle e vitello laminato. Con il diffondersi della tendenza hippie e dei figli dei fiori, il pellame più usato è il camoscio usato soprattutto per gonne con abbottonatura centrale, ancora oggi attualissime, per i gilet con le frange e per qualsiasi capo di vestiario. Ma gli anni ‘70 sono anche gli anni del punk e della pelle nera e liscia del chiodo, che spopola tra le nuove generazioni di giovani che vogliono rompere con il passato. In breve tempo, il chiodo diventa uno dei capi più indossati anche negli anni ’80 soprattutto per merito di una star internazionale come Madonna. A cavallo tra gli anni ’90 e i 2000 assistiamo ad un ritorno al minimalismo e al nero a tutti i costi. Gli anfibi, rigorosamente total black, sono le calzature più indossate. Ancora oggi il trend della pelle non accenna a svanire e si sta imponendo anche nei red carpet più famosi, assieme ad abiti tradizionali sono sempre più presenti i look in total leather. E nelle passerelle, dove la pelle regna sempre incontrastata, spopolano da diverse stagioni gonne e abiti in pelle, soprattutto colorata.